Pompei è una delle più significative testimonianze della civiltà romana: infatti, prima della grande eruzione del Vesuvio del 79 d.C. era un importante centro commerciale e culturale.
Oggi, a quasi 2000 anni di distanza, si presenta come un eccezionale "catalogo" sull'arte, sui costumi, sui mestieri, sulla vita quotidiana del passato: gli scavi coprono una superficie di 44 ettari, dove si possono ammirare gli edifici romani, notevolmente ben conservati grazie al particolare seppellimento sotto una coltre di lapilli e ceneri causato dall'eruzione.
Pompei e i suoi scavi rappresentano oggi una delle mete più ambite di tutta l’Italia meridionale; numerosi sono gli edifici ricchi di fascino, tra cui il Foro, il Tempio di Apollo, la Villa del Fauno e l'orto dei Fuggiaschi, un ampio spazio coltivato a vigneto, dove si possono vedere i calchi delle vittime dell'eruzione, uccise mentre cercavano scampo: il direttore degli scavi di Pompei nel periodo 1860-1875, Giuseppe Fiorelli, introdusse il metodo dei calchi: nella cavità, lasciata nella cenere solidificata dal progressivo decomporsi del corpo, si versa gesso liquido, che solidificato, ne riproduce la forma. Si vedono così le sagome delle persone (ma anche animali) che cercavano la salvezza o si riparavano, in posizioni che ancora oggi suscitano quasi commozione.
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